Italo Sordi
CHE COSA HA VERAMENTE DETTO
MAOMETTO
Vita e dottrina del Profeta dell’Islam.
Angelica Balabanoff
LENIN VISTO DA VICINO
Testimonianza d’eccezione questa della leader socialdemocratica. Nonostante l’avversione per la dittatura, la Balabanoff non affonda mai il suo giudizio nei confronti di Lenin sul piano del risentimento o del vieto personalismo, ma ne analizza le azioni con estrema lucidità. Nessuno ha mai dubitato della sua abnegazione, riconosce la scrittrice al capo della rivoluzione. Tra l’altro era un dittatore im personale e disinteressato che odiava gli adulatori . È nel modo di instaurare questa sua dittatura che sale il livello del giudizio politico della Balabanoff nei confronti di Lenin. La distruzione di ogni focolaio di dissidenza dentro e fuori la Russia, la profonda devergenza con i metodi ed i concetti tradizionali del vecchio socialismo democratico, che già si era fatto la sua strada prima della Rivoluzione di Ottobre, i continui attentati all’ integrità fisica e morale dei suoi oppositori, l’usare ogni mezzo, ogni intrigo e persino la corruzione, il dispendio di larghi mezzi finanziari in una Russia dove alla gente mancava il tozzo di pane, la repressione, le carceri zariste che rigurgitavano adesso di ex rivoluzionari o di gente innocente appartenente al proletariato.
Scrive la Balabanoff: «Tutti oggi se la prendono con Stalin e con lo stalinismo. In effetti aveva ragione Trozky: non è Stalin che ha creato l’ apparato, ma è l’apparato che ha creato Stalin. Cioé senza Lenin, la sua ideologia, la sua opera quotidiana ed il suo esempio, Stalin non avrebbe potuto giustificare la sua azione di degno successore del primo dittatore sovietico». Stalin, che ai tempi di Lenin non era nessuno, solo un cechista, come lo definisce la Balabanoff nel capitolo VII quando Lenin glielo presenta
prima di uno spettacolo al Teatro delle Arti di Mosca.
Ronald W. Clark
LENIN
L’uomo dietro la maschera
Ben scarsa attenzione è stata dedicata al Lenin “privato”, a quelle attività e a quegli interessi che egli condivideva con il resto del mondo, in una parola, al Lenin “uomo” senza ulteriori aggettivi. Ed è appunto tale lacuna che la nuova biografia di Ronald Clark intende colmare.
Lenin ci viene presentato come brillante e ambizioso adolescente, figlio di una famiglia della media borghesia, improvvisamente trasformato da apprendista avvocato in fanatico rivoluzionario in seguito alla condanna a morte del fratello maggiore Aleksandr. Il giovane sovversivo esiliato in Siberia per le sue attività illegali si applica allo studio delle opere marxiste ma è anche un appassionato giocatore di scacchi, un amante degli sport all’ aperto che si dedica a caccia e pesca, nuoto e pattinaggio; il tenace rivoluzionario consacratosi alla missione di abbattere il dispotismo zarista cerca riposo e serenità in lunghe escursioni sulle Alpi svizzere o sui monti Tatra. Il Lenin che si gusta una serata alle Folies Bergères o che si gode lo sfrenato schiamazzo di una festa svizzera è un Lenin poco conosciuto, ma in queste pagine ci appare non meno reale dello spietato personaggio che, per dirla con le parole di Winston Churchill, “provava lo stesso piacere a stanare un gallo cedrone e a macellare un imperatore”. Pressoché sconosciuta è anche l’immagine dell’abile organizzatore che dal 1917 in poi costruìal Cremlino una spietata macchina amministrativa, ma che sapeva sorprendere con gesti di comprensione verso gli uomini e le donne che lavoravano per lui. E lo stesso vale per la sua direzione e il ferreo controllo delle operazioni durante la guerra civile, che resero possibile la vittoria e che furono sempre accompagnati da una non meno inattesa considerazione dei fattori umani ivi coinvolti.
Questi sono i diversi e spesso trascurati aspetti di un personaggio che Clark analizza al di là degli stereotipi del politico impersonale e del professionista della rivoluzione: mediante un sapiente utilizzo dell’imponente materiale documentario, il celebre biografo inglese fornisce con obiettività e acuta intuizione psicologica un ritratto inedito di Lenin, dalla sua formazione umana e intellettuale al dispiegarsi della sua personalità attraverso le esperienze e i conflitti dell’attività politica e tutti quegli eventi che hanno profondamente influito sul destino dell’intera umanità.